SenigalliaNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

"Il viadotto non c’è più…"

"Per la serie... un altro dei benefici della complanare!!!" - Franco Giannini sui luoghi dei lavori

2.409 Letture
11 commenti

Operai senza caschetto nel cantiere in via CupettaProvenendo dal Seminario, attraversando quello che ancora è il parcheggio dell’Ospedale, mi sono incamminato su via Cupetta. Dalle finestre delle abitazioni, aperte per l’afa, malgrado l’ora serale, arrivavano le voci provenienti dalle TV, in collegamento con i campi di calcio del Mondiale, dove indirettamente si giocavano le sorti di un italiano, emigrato di lusso, ma da buoni italiani, nell’eventualità di una sua vittoria, pronti a salire sul suo carro con le più disparate motivazioni.

E mentre superavo queste nuove abitazioni, mi chiedevo la reazione degli abitanti, in questa serata particolare che era quella dell’abbattimento del cavalcavia posto a qualche centinaia di metri da loro.
Avrebbero spento la TV fregandosene della partita di Capello? Avrebbero manifestato contro l’abbattimento con la loro presenza? Avrebbero dato manifesti segni di sofferenza?
E la sofferenza sarebbe stata causata dal comportamento di chi questo “trambusto” aveva creato o più semplicemente perchè era impossibile seguire la partita con la dovuta tranquillità.

Quando giungo sul posto, anche se in anticipo sui tempi prestabiliti all’inizio dei lavori, i responsabili del Comitato Versus Complanare: Anna Manoni e Francesca Angeletti.
Presente anche l’anima tecnica del Comitato:l’ing Stefano Bernardini.

Operai senza caschetto nel cantiere in via CupettaAlle 21,15, come pure alle 21,30 il traffico scorre tranquillo sotto l’autostrada e solo alle 21,50 si iniziano a vedere i lampeggianti gialli dei mezzi di lavoro ed infine quelli azzurri della Polizia.
Due grossi mezzi meccanici si pongono ai vertici del viadotto quasi a fronteggiarsi come una sfida di quelle dei western all’italiana. Ed infatti è di una sfida all’italiana che si tratta e si conosce pure a priori chi soccomberà. Però forse chissà che nel tempo possa esserci una resurrezione e il rimorso di qualche vincitore per i danni, il dolore, procurati inutilmente e voglio augurarmi per loro, il tutto in buona fede.

Come si usa in alcune parti dell’Italia del sud, in presenza di un funerale, si preparano e si offrono dei rinfreschi ai partecipanti. La stessa cosa l’hanno voluta fare, in modo simpaticissimo, gli abitanti del rione, offrendo dolci e bevande a tutti coloro che con la loro presenza testimoniavano la loro solidarietà agli abitanti del quartiere.
Presenti, composti, silenziosi, i ragazzi del Mezza Canaja, che con il solo posizionamento di uno striscione di 5 metri, che chissà non siano riusciti ad incidere qualche coscienza o quantomeno a sollevare dubbi sul loro operato.

Operai senza caschetto nel cantiere in via CupettaPrima dell’inizio dei lavori di smantellamento, una visita da parte del capo cantiere, ing. Moretti, che si presentato quasi a scusarsi per i disturbi che quello che andava ad accingersi a fare. Fin qui la cosa poteva risultare essere doverosa educata e perchè no, anche simpatica, ma quando parlando con l’ing. Stefano Bernardini, negava il non regolare transito su via Po di camion non in regola perchè privi di telonatura, l’inizio di lavori alle 5 del mattino anzi che le 7 ed affermava che il trattamento dell’amianto era sotto controllo, perchè gli era stato posto sopra una “copertina” e che si poteva star tranquilli… beh gli animi si sono un po’ più riscaldati anche se sempre contenuti in un binario di correttezza. Tranquilli..?? vedendo che molti degli operai e lo stesso ingegnere non indossavano caschi e cuffie all’interno del cantiere ed al momento dell’abbattimento (le foto ed i filmati parlano da soli), no, se permette, non dava sensazione di sicurezza !!!

L’incontro con l’ing. Moretti si concludeva con un saluto dal sapore classico dell’ottimismo laziale (a cui fa parte, almeno da quanto traspariva dal suo accento): “Il tempo ci darà ragione”. Frase che potrebbe essere valida, però, sia vista positivamente, ma anche negativamente.

Al primo colpo di perforatrice sul manto stradale del viadotto ho voluto rivolgere una stessa domanda sia alla Sig.ra Anna Manoni, che all’ing. Bernardini: “con questo abbattimento che inizia ora, qual’è il vostro stato d’animo? vi sentite un po’ sconfitti….?”
Anna mi risponde con un secco, immediato, orgoglioso: ”No, assolutamente no, non è una sconfitta anche perchè ancora non si può conoscere il perdente. Noi almeno fin ad oggi non abbiamo perduto la nostra Dignità… questo almeno noi!”
Anche l’ing Stefano Bernardini gli fa eco: ”No, neppure per me è una sconfitta, quel trapano è la sconfitta, eventualmente ce ne sia, di tutta la città e soprattutto di qualche persona in special modo. Eppoi non è dimostrato che la continua costruzione di strade porti ad una riduzione dei flussi, tutt’altro. Chi si sente attualmente nella parte di benefattore cittadino dovrebbe fornirci risposte come la fine che ha fatto la quota complanare a carico del comune, come quella della provincia e della regione. Le autorizzazioni non concesse o almeno non dimostrate”.

Mi permetto di chiedere allora che cosa ne pensa dell’assenza dei politici a questa “Notte in Bianco”.
“Che cosa vuole Giannini, la politica oggi è: io do una cosa a te e tu dai una cosa a me. Hanno votato tutti per l’attuazione della Complanare e qualcuno per evitare di dire si, ma anche di schierarsi contro ha preferito uscire dall’aula in anticipo. Del resto quest’opposizione è una ruota di scorta della maggioranza. Gli stessi giochi della Quadrilatero si sono ripetuti qua.”

Dopo aver fatto la domanda sull’assenza di politici, ecco che compare prima il consigliere comunale Paolo Battisti e poi l’altro consigliere Roberto Mancini.
Va da sé che a Battisti chieda il significato della sua presenza e la risposta che ottengo è questa: ”Ritengo che sia un segno di responsabilità, anche se io essendo di fresca nomina non ho partecipato alle votazioni. Sulla bontà dell’opera… credo che altre strade portino solo altri problemi.”

Andandomene incontro l’altra eroina della Complanare: Francesca Angeletti. Il suo viso è abbattuto, è profondamente scoraggiata e non mi sento di rivolgerle la stessa domanda che avevo fatto ai suoi colleghi di sventura, anche perchè è lei stessa che mi dichiara che una parte della sua vita se ne è già andata con l’abbattimento della quercia prima e del viadotto oggi. Mai avrebbe pensato che una città, per “benefici sconosciuti” si sarebbe accanita contro i suoi ricordi d’infanzia.

L’unica cosa che sono stato capace di dirle è stata quella di dirle una frase che il giorno prima avevo sentito pronunciare da un altro uomo colpito nei suoi affetti più cari e profondi, Beppino Englaro: “Io e mia moglie ci siamo sentiti come dei randagi che abbaiavano alla luna!”. Loro sono riusciti a farsi sentire ed il loro sforzo non è stato vano.

di Franco Giannini

Franco Giannini
Pubblicato Martedì 15 giugno, 2010 
alle ore 12:35
Come ti senti dopo aver letto questo articolo?
Arrabbiato
In disaccordo
Indifferente
Felice
D'accordo

Commenti
Ci sono 11 commenti
Laura 2010-06-15 13:07:52
Ottimo resoconto. con molta sensibilità hai espresso gli stati d'animo di quei nostri stessi cittadini che molti di noi preferiscono non vedere. mi spiace molto per queste persone e mi spiace molto che la politica sia in realtà solo un teatrino il cui epilogo è sempre e solo il trionfo della prepotenza
senigallia uber alles 2010-06-15 18:02:29
stop egoismo di frazione
ecco il berlusconiano della sinistra, avete stancato con questi isterismi egoistici del quartierino, la complanare serve alla comunità!
Anonimo2010-06-15 20:40:44
stop egoismo palazzinaro
No , nel caso complanare l'istesterismo egoistico viene dalla somma dei furbetti monteradesi-falso ecologisti con i furbetti del casellino(autostradale). La complanare serve alla comunità del mattone-calcestruzzino!
Franco Giannini 2010-06-15 20:53:18
Il coraggio degli anonimi
Questo mio sarebbe un "...isterismo egoistico", perchè il tuo "...serve alla comunità", ma ben s'intende, ad almeno un palmo dal tuo deretano, che cosa credi che sia? Sacrifici si, ma sempre ed a sole spese degli altri. Ma in verità, non sono certo un berlusconiano, ma sicuramente un imbecille, questo è vero dal momento che sto perdendo del tempo con un individuo, quale tu sei, che si firma "uber alles" che lo fa sentire, no certo di destra, sarebbe dire che dietro c'è uno che ragiona, ma la nullità (altro sarebbe il termine esatto)di uno che si cela dietro il ridicolo anonimato...privilegio unico dei senza spina dorsale.
alessandro 2010-06-16 07:22:10
...ma chi è "la comunità"
Lasciamo perdere per un attimo l'isteria da tifo ultrà (complanare si, complanare no, destra/sinistra ecc.) che serve solo a chi ha messo il proprio cervello a riposo evitando di affrontare le problematiche che ogni vicenda comporta. Quello che invece mi ha fatto riflettere è la descrizione dello stato d'animo della sig.ra Francesca Angeletti, che personalmente non conosco, e che vede cadere sotto i colpi dell'utilità sociale, i ricordi della sua infanzia: la vecchia quercia e il cavalcavia. Come in un vecchio film in bianco e nero sono andato indietro con ricordi immagginari... chissà quante volte da bambina la piccola Francesca ha scorazzato con la sua bici su e giù per quel cavalcavia... e quante volte si sarà fermata con le sue amiche, nelle caldi giornate estive, a giocare sotto quella vecchia quercia, in quella strada con pochissime auto da scorcio di campagna.
Oggi i "realisti" ci spiegano che il mondo non può fermarsi ai ridicoli sentimenti... bisogna costruire cose sempre più nuove... modificare, stravolgere: cosa, per chi e come, se lo chiedono in pochi. La verità è che questo pseudo-modernismo legato ancora ad una idea di progresso postbellico da "piano Marshall", è roba vecchia e deleteria che causa, oltre alla distruzione del territorio, la distruzione molto più grave del terreno culturale di cui si nutre una comunità. E allora io, vecchio sentimentalista legato alle sensazioni evocate da un luogo che il tempo cancella, sto dalla parte di Francesca...e di altri...al fresco di quella vecchia quercia e continuando a passeggiare su quel cavalcavia. Non me ne vogliano i fautori del "bene comune" del "progresso che non puoi fermare" e del continuo consumo del territorio in nome della presunta "pubblica utilità" Amen.
Senigallien uber alles 2010-06-16 08:05:04
paragonare la storia di englaro a un cavalcavia che viene abbattuto mi pare si qualifichi da sé così come il livello grammaticale e stilistico che leggo tra queste righe. Se questa è l'opposizione lo credo che la maggioranza stravince. E' davvero un gridare alla luna sperando che venga giù questa mediocre retorichetta da quartierino.
Franco Giannini 2010-06-16 09:13:25
nero più della cua coscienza
...continua la serie "la vigliaccheria dell'anonimato!"
senigallia per tutti 2010-06-16 10:04:25
C'e chi grida alla luna e c'è chi guarda il dito quando questa la indica. Quando la complanare pasassava da altre parti , guarda caso, la retorichetta da quartierino la facevano quelli che adesso sarebbero "uber alles" . Vale a dire assessori ( di maggioranza ),proprietari di ville collinari,imprenditori,proprietari di terreni che piangono come vitelli se ci passa la complanare , ma sono contenti come bambini alle giostre se ci passa la lottizzazione, dal momento che questa volta la Complanare si ferma prima. La mediocrità ( da giardinetto) è quando si è contenti di avere scampato un pericolo , buttandolo al di là della rete. E in più con la "retorica del quartierone" tacciare altri di "retorica da quartierino".
sotto nulla 2010-06-16 15:51:19
stultorum oram
@uber, uber..fortunatamente non tutti ritengono che l'importante sia vincere bensì non vergognarsi delle proprie idee e per quelle lottare e fortunatamente non tutti hanno bisogno di un corretto italiano per sentirsi felicemente appagati, "cose" che lei non comprende sono più importanti. ammiro l'uso di lingue diverse, denota un uso discreto della propria, anche se per usi non consoni...
Anna Moroni 2010-06-17 07:54:44
Grazie a te, Franco, per averci raccontato con verità ed empatia, facendo emergere anche la nostra dignità che consiste nel non arrendersi alla banalità del discorso pubblico predominante e nel non servire su un vassoio d’argento i nostri quartieri, la nostra città, al gran banchetto della rendita e della speculazione. Anna Moroni
FRANCO 2010-06-17 19:22:34
statale
a quando una visita alla zona della statale???? quanti chilometri ad un metro dalle case? capisco il disappunto degli abitanti della zona di via Cupetta ma agli abitanti lungo la statale chi pensa? purtroppo sono solo quelli toccati dal momento a protestare e dietro loro tutti quelli che si vogliono mettere in mostra!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!


Scarica l'app di Senigallia Notizie per AndroidScarica l'app di Senigallia Notizie per iOS

Partecipa a Una Foto al Giorno





Cronaca
Politica
Cultura e Spettacoli
Sport
Economia
Associazioni
Fuori dalle Mura