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Saggio di ginnastica ritmica della Uisp Senigallia: finale a sorpresa

L'emozione di genitori, atlete e istruttrici... una bella serata offuscata in parte da un comunicato inatteso

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Ginnastica ritmica UispSerena, Anna, Sharon, Arianna, Giulia, Nicole, Alessia, Eleonora, Alice, Martina, Chiara, Francesca… questi sono solo alcuni nomi dei tanti ripetuti nel corso della serata, ma tantissimi altri me ne sono sfuggiti perchè non sono riuscito nè memorizzarli nè tanto meno a fissarli sulla tastiera, tanta era la velocità ed il numero degli esercizi. Non me ne vogliano però le non nominate, tutte ugualmente presenti con la loro bravura e simpatia nella realizzazione di uno spettacolo irrealizzabile senza il loro apporto globale.

La serata, climaticamente parlando, era perfetta. La locazione dell’evento, vista la leggerezza degli attrezzi usati (almeno per i nastri e le palle) non era forse la scelta migliore, essendo a cielo aperto ed in riva al mare…non parliamo poi del posto riservato al pubblico…ma a caval donato non si guarda in bocca!

Il breve cenno di saluto e ringraziamento dell’infaticabile Presidente UISP, Enzo Tesei, conteneva anche l’annuncio di un distacco della Società dalla Federazione, a seguito di polemiche. Cose e decisioni fatte e prese dai “grandi” (ben s’intende, nel significato di adulti), ma le cui conseguenze ricadranno sulle “piccole” esordienti agoniste, perchè si è deciso di non partecipare più a gare federali. Un motivo certamente serio ci sarà stato, per simile presa di posizione, ma è anche vero che una cappa di gelo è scesa su di una serata che doveva essere allegra per tutte.

Se la decisione dovesse essere definitiva, immagino che comporterà la perdita di un “patrimonio” umano, atletico, costruito nel tempo e con una immensa fatica fatta di tanta pazienza. La società sportiva è fatta si di un logo, un indirizzo, uno statuto, ma soprattutto di persone che la tengono in piedi e che attraverso la loro passione, i loro sentimenti, le ore di sacrificio che hanno dedicato a questo loro impegno, li ha portati a giungere a quei traguardi prefissati. Ed oggi che vorrebbero proseguire in questo loro cammino si vedono tarpate le ali per beghe, come spesso avviene, di lana caprina.

Ma proprio per questo, voglio sperare che tutto, poi alla fine, rientrerà e sciolga la vena polemica, in cui sono caduto anche io con l’aggravante di non essere neppure un addetto ai lavori, ed il frutto del ripensamento sia la decisione intelligente del proseguire sulla strada dei successi fin qui conseguiti, con la partecipazione alle gare Federali.

L’entusiasmo, i rumori, le risate, le corse sulla pedana e fuori, gli esercizi di stretching, i peluche, le mamme indaffarate negli ultimi ritocchi al costumino o a quei capelli ribelli che non vogliono stare come vorrebbero, le istruttrici più emozionate delle loro allieve, i genitori con le macchine fotografice e telecamere puntate sul gioiello di famiglia…sono questi, del resto, i veri, migliori momenti che questi tipi di spettacoli offrono e rendono unici, indipendentemente da quali siano le società che scendono in campo. E’ questa una festa dei bambini, delle istruttrici, delle famiglie, di tutti coloro che si adoperano anche dietro le “scene”.

Qui, come del resto in tutte queste occasioni, i “corsi base” hanno l’attenzione accentrata su di loro per via della minuscola età delle partecipanti. Le loro istruttrici sono campionesse assolute nella specialità della “pazienza” e Silvia, nella serata, ne è stata la dimostrazione con tutto il suo impegno.

Per gustare un po’ più di quello che è invece tecnica e preparazione, bisogna soffermarsi sulle poche bambine, perchè questo sono ancora, ma che con il loro portamento diritto, una capriola, una contorsione, un salto, una spaccata, quasi aspirano e tacitamente esigono, l’appellativo di “atlete”, che le fa sentire più brave ed adulte..

Voglio sottolineare però, che dietro a simili promesse di “atlete di domani”, c’è sempre dietro una figura, che spesso atleta di valore lei stessa è stata e che in un silenzioso, modesto anonimato, plasma e costruisce questi corpiccini in una tecnica, in una perfezione, in una preparazione che non è solo atletica, ma psichica e comportamentale….quasi delle macchine perfette e computerizzate che non dovrebbero sbagliare mai.

Nella serata di cui parlo, la persona in questione è Rumyantseva Lyudmyla..Non conosco quale sia il termine esatto con cui classificarla: se Istruttrice, allenatrice, psicologa, coreografa, mamma, ma inutile sarebbe approfondire, perchè seppure non conoscendola, l’ho vista molto riservata, ma decantatissima dalla voce del popolo che mi circondava. E se è vero che come si dice…”voce di popolo…voce di Dio”, la signora essendo amatissima dalle sue allieve, aveva il plauso anche dei genitori.

Mi raccontano infatti, che la signora è di nazionalità Ucraina, nata a Grozny, ma non appena iniziò ad andare in palestra, venne mandata a Kiev nella scuola nazionale di formazione ritmica. E da qui il passo fu breve con la suo far parte della nazionale URSS (allora ancora la Russia era unificata) di Ginnastica Ritmica. Appesi gli attrezzi al chiodo ha iniziato la sua attività di allenatrice cosa che la porta in Canadà ad allenare questa nazionale per 2 anni.
Questo almeno quanto ho raccolto dalle voci del “si dice che”, le quali mi hanno indicato anche i nomi, questi del resto confermati anche dalla presentatrice della manifestazione, dei suoi “gioielli” locali, su cui la sig.ra Lyudmyla punta: Serena Lucilla e Alice Fabri, rispettivamente classificate al 1° e 3° posto nel corpo libero, ai recenti Campionati Nazionali di Ginnastica Ritmica svoltisi a Fano e Chiara Pierpaoli e Martina Appoloni rispettivamente nel corpo libero e palla, che hanno destato interesse e buoni piazzamenti. Del resto, oltre le loro qualità tecniche, sono le loro strutture fisiche che avallano positivamente le speranze della “maestra”.

Ma mi sono lasciato andare troppo con le note sportive, abbandonando quelle della simpatia. Le più importanti e sincere. I costumi da carica dei 101, si mescolano con quelli da Spagnole, i body sono di colori diversi che vanno dal nero all’azzurro ma che hanno tutti lo stesso marchio che li unifica: lustrini e paillettes. Gli esercizi hanno come basi di fondo, musiche che saltano dalla sigla di Zelig, passano per quella del conosciutissimo Can-Can, Tic-Toc, Crudelia, sfocciando in quella più applaudita de “Le mille bolle blù”. Non certo per onore a Mina, ma soprattutto per le attrici di questo numero che alla fine ci hanno anche regalato, in omaggio, una serie (tentata) di bolle di sapone.

Alle 23 la serata si chiudeva, perchè a quell’ora le bimbe, anche se “atlete” vanno a nanna.

di Franco Giannini

Franco Giannini
Pubblicato Mercoledì 16 giugno, 2010 
alle ore 10:39
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